Maestro Ennio Vetuschi

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Maestro Ennio Vetuschi

Negli anni ’50  contribuì in modo significativo al successo di Vola vola vola, diventato ormai l’inno della regione Abruzzo

La festa fissata per il 12 marzo scorso, causa Corona virus, è stata rimandata in data da destinarsi. Peccato! In tanti avrebbero voluto esserci. Per rendere onore a un grande teramano, il Maestro Ennio Vetuschi, lo storico fondatore del Coro Verdi di Teramo.

“Tu sei un grande direttore” disse in russo, visibilmente commossa, Irina Kitayenko direttore del “Choral Lubertsy”, rivolgendosi a Ennio Vetuschi. Si era al termine della Messa nella chiesa della Madonna delle Grazie quando, a chiusura della Rassegna polifonica del settembre 2007, il Maestro Ennio Vetuschi aveva diretto, a cori riuniti, l’Alleluia di G.H. Haendel. Non ho mai dimenticato quella frase. Fu un momento magico. 

Come tante altre volte è successo alla fine degli innumerevoli concerti fatti in Italia, nel corso di rassegne e concorsi, durante le tournée all’estero, alcune delle quali passate alla storia del Coro Verdi. 

Quella del 1967 a Bonn in Germania fu una delle prime. In Germania il Coro Verdi è tornato poi numerose altre volte e anche in occasione del gemellaggio tra il Parco Nazionale D’Abruzzo e quello della Baviera (Wurgburg, 1979), tra la città di Teramo e la città di Memmingen (Memmingen, 1982), tra la Fortezza di Civitella e quella di Salisburgo (Salisburgo, 1990 e 1991). 

Nel 1971 il Coro è invitato a Montecarlo e sempre nel 1971 va a Basilea in Svizzera, un paese in cui  il Coro tornerà ancora nel 1980, nel 1981, nel 1987 e nel 1993. 

Nel 1973 il Coro Verdi si trovava in Libia a Sabràtha, un’antica città romana a ottanta chilometri da Tripoli, proprio nei giorni del colpo di Stato del colonnello Gheddafi che rovesciò la monarchia. 

In Canada il Coro Verdi è tornato due volte, nel 1974 e nel 1980 per esibirsi con un successo senza eguali davanti alle comunità italiane di Montreal, Toronto e Ottawa. 

Nel 1984 il Coro è stato a Bruxelles per una manifestazione in onore degli abruzzesi “emigranti”.  Fu un trionfo.

In Francia, dove le tournée sono state numerose, il Coro Verdi venne invitato anche nel 1989, a Carcassonne, per le celebrazioni del bicentenario della Rivoluzione Francese. 

Nell’ottobre dello stesso anno il Coro era in Polonia, a Katovice e Cracovia dove si respirava ormai un’aria di libertà anche se il muro di Berlino non era ancora caduto. Seguirono i concerti a San Pietroburgo (1992), nella Repubblica Ceca (1996) e in Borgogna (1997).

Di quelle esperienze Ennio Vetuschi è andato sempre fiero come dei tanti premi vinti, dei tanti riconoscimenti ottenuti. Impossibile elencarli tutti.

Tra gli innumerevoli premi vinti certamente quello che ha contato di più nel successo e nella notorietà del Coro Verdi è legato al primo posto conquistato nella manifestazione televisiva “Voci e volti della Fortuna” abbinata alla lotteria di Capodanno 1958. La sera dell’8 gennaio ad accogliere il maestro Ennio Vetuschi e il suo Coro, di ritorno dalla finale combattutissima nel teatro  Politeama di Palermo, in Piazza Martiri e Corso San Giorgio gremiti, c’era l’intera città con il suo sindaco Carino Gambacorta che fece fatica ad aprirsi un varco tra la folla per salutare il maestro vittorioso. 

Ma particolarmente caro al cuore del maestro Vetuschi è anche il primo premio vinto per la musica folcloristica dalla Corale Giuseppe Verdi all’Auditorium dell’Antoniano a Roma, in occasione di un concorso interregionale di canto corale. Era l’ottobre1954. Il Coro Verdi prese il primo premio per il canto popolare e si classificò al quarto posto per la musica polifonica. All’indomani di quell’evento il maestro Vetuschi ricevette una lettera inviatagli da un’autorità assoluta nel campo della musica corale, il maestro ortonese Guido Albanese, l’autore di Vola vola vola

Guido Albanese si congratulava per l’affermazione e scrisse: “Aggiungo che, in particolare, l’esecuzione di Vola, vola, vola è senz’altro la prima che io giudico perfetta, la prima che si sia attenuta alla lettura del testo originale”.  

Da allora il Vola vola vola di Guido Albanese è entrato nel repertorio fisso del Coro Verdi e ha dato il titolo ad alcune delle sue incisioni più note che, certamente, hanno contribuito in modo significativo al successo e alla notorietà di un canto assurto ormai agli onori di inno regionale dell’intero Abruzzo. 

Tra i riconoscimenti ottenuti da Ennio Vetuschi, è stato certamente molto importante quello conseguito nel 1983 quando fu insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” ma hanno contato molto per lui anche l’Onorificenza del “Quattrino d’oro” assegnatagli dalla Banca di Teramo di Credito Cooperativo, il Premio della Teramanità del Circolo Teramano e il “Paliotto d’oro”, riservatogli dalla sua amata città nell’anno 1997/98. 

Era un sabato di dicembre, alle ore 11 del mattino, nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale gremita, Ennio Vetuschi ricevette, insieme ad altri tre illustri teramani, Raffaella Del Vinaccio, Luciano Galante, Giorgio Saturni, il premio assegnato ogni anno dalla storica Fratellanza Artigiana di Teramo ai concittadini che hanno portato alto il nome di Teramo in Italia e all’estero. 

Note biografiche

Nato a Teramo nel 1927, Ennio Vetuschi si accosta alla musica da bambino influenzato dal padre musicista che suonava il flicorno e la chitarra. A 12 anni riceve in regalo un violino da un amico di famiglia che strappa al padre la promessa di far studiare musica al ragazzo. Si iscrive all’Istituto Musicale Pareggiato “G. Braga” e con la maestra Anna Maria De Petris scopre il canto.

Contemporaneamente frequenta l’Istituto per geometri. Si diploma nel 1946 e nel 1948 vince un concorso al Genio Civile di Teramo dove rimarrà fino alla pensione.

Nei primi anni del dopoguerra un episodio fu determinante per la sua futura carriera di direttore d’orchestra. Ospite a Roma di una zia paterna, entra in San Pietro e sente cantare il Coro della Cappella Sistina diretto dal maestro Lorenzo Perosi. Ne rimane folgorato. Creare un coro polifonico nella sua città diventa il suo sogno. Decide di studiare uno strumento che gli permetta di insegnare le parti ai cantori. Al Braga si iscrive al corso di pianoforte e in sette anni prende il diploma del decimo anno. 

Mentre è ancora studente dell’Istituto Musicale, nel 1948, a 21 anni, Ennio Vetuschi crea il primo nucleo di quello che qualche anno dopo diventerà ufficialmente l’Associazione corale teramana “Giuseppe Verdi”. Il  documento relativo viene rogato con atto notarile il 14 maggio 1953.  

Le  prime prove del giovane coro furono fatte in casa dell’insegnante di canto Anna Maria De Petris. Quando il numero degli cantori iniziò a crescere ci fu la necessità di cercare un locale più idoneo. La prima sede del nuovo Coro fu il Carminello, un tempietto neogotico vicino alla chiesa del Carmine che sarà abbattuto anni dopo quando fu aperta la via Savini. 

La ricerca di una sede stabile sarà un problema cronico per la Corale “Giuseppe Verdi” che anche attualmente è sistemata in una sede provvisoria. 

I primi repertori del Coro Verdi furono soprattutto di musica lirica e infatti in veste di Coro lirico esso partecipò alle due Stagioni teatrali organizzate a Teramo, al Teatro Apollo, nel corso del “Giugno teramano” 1957 e 1958.

Ma nel frattempo, accanto alla lirica, il Maestro Vetuschi aveva introdotto nel repertorio del Coro brani di musica polifonica e, a rinsaldare il legame con l’Abruzzo, anche alcuni canti popolari trascritti ed elaborati da lui stesso “secondo un gusto corale polifonico”. 

Con questi due nuovi repertori il Coro teramano partecipò, nel 1955, all’importante Concorso Internazionale di Musica Polifonica “Guido D’Arezzo” ad Arezzo, dove tornerà l’anno successivo e ancora nel 1959, nel 1960 e infine nel 1987. Furono esperienze particolarmente importanti e formative. 

Ma la svolta decisiva nella carriera di Maestro concertatore ci sarà per Ennio Vetuschi nel 1973 quando, dopo avere superato una selezione severissima, è ammesso a un corso di direttore d’orchestra indetto dal Teatro Comunale di Bologna, tenuto dal severissimo Maestro Sergiu  Celibidache di origini rumene. 

Quello di Celibidache fu un insegnamento prezioso. Ennio Vetuschi imparò da lui moltissimo, persino la gestualità che diventò più lieve e più misurata.

L’anno dopo, per la stagione teatrale 1974/75, Vetuschi fu chiamato al Teatro di Bologna per una collaborazione annuale come Maestro Sostituto. Il contratto gli sarebbe stato rinnovato per l’anno successivo ma motivi di lavoro e familiari lo costrinsero a tornare a Teramo.  

Nel 1980, a cura  dell’Ente Provinciale del Turismo di Teramo e della Cassa di Risparmio di Teramo, Ennio Vetuschi pubblica la raccolta di Canti popolari Abruzzesi da lui trascritti ed elaborati. 

Al 1990 risale un’esperienza straordinaria nella carriera artistica di Ennio Vetuschi. In quell’anno fu chiamato dal Conservatorio “Rimski-Korsakov” di San Pietroburgo a tenere una “master class” sull’opera italiana. Vi rimase sei mesi. Le sue lezioni furono apprezzatissime. Le teneva in lingua russa che Vetuschi parlava correntemente. Fu colmato di attenzioni e di affetto. Alla sua partenza gli fu regalato il bozzetto in gesso del busto, ora nel Museo dell’Accademia delle Belle Arti di San Pietroburgo, commissionato per lui al noto scultore russo Michail K. Anikuschin.

Rientrato a Teramo, Ennio Vetuschi tornò a dedicarsi con l’entusiasmo e la passione mai venuti meno al suo amato Coro che dirigerà fino al 2006 quando la bacchetta di direttore passerà nelle mani del Maestro  Carmine Leonzi. 

Carla Tarquini